di Giovanni Testori
regia Gruppo UROR
con Evelina Rosselli
realizzazione maschere e marionette Caterina Rossi
disegno del suono Franco Visioli
disegno della luce Camilla Piccioni
foto Luigi Angelucci
produzione esecutiva PAV
con uno sguardo di Antonio Latella ed il sostegno di AMAT Marche e Comune di Pesaro
23agosto18:00Sdisorè18:00 Auditorium di Sant'AgostinoTipologia Evento:Spettacoli e performance
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di Giovanni Testori regia Gruppo UROR con Evelina Rosselli realizzazione maschere e marionette Caterina Rossi disegno del suono Franco Visioli disegno della luce Camilla Piccioni foto Luigi Angelucci produzione esecutiva PAV con uno sguardo di
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Nel labirinto della lingua intricata di Testori, lo SdisOrè ri-fonda e stravolge la vicenda tragica dell’Orestea.
Un’Orestea completamente capovolta, dai toni crudi, baldanzosi, dissacranti, erotici, ironici, la cui lingua si fa di fuoco e affonda nei quattro personaggi di Elettra, Oreste, Egisto, Clitemnestra.
In scena un narratore, che incarna – citando Testori – “lo spirito del Teatro”, una saltimbanco che, di volta in volta, prende le parti dei quattro personaggi e guida il pubblico attraverso il punto di vista di Oreste, sino al momento cruciale del compimento della Vendetta. Per restituire la poliedricità dei personaggi, il dispositivo scenico scelto si avvale dello strumento classico per eccellenza: la Maschera. Si tratta, tuttavia, di maschere anomale, realizzate in termoplastico, il cui colore si avvicina mostruosamente a quello della pelle umana. Una maschera dagli occhi ipertrofici disegna il volto di Oreste. Una maschera repellente, la maschera del disgusto, per Clitemnestra. Queste due maschere entrano in dialogo con Egisto, un esoscheletro quasi di insetto, incarnazione della Paura e della Codardia, e con una marionetta sconvolta e disperata, che incarna il profilo di Elettra.
In scena una sola attrice, che indossa le maschere, fa vivere le marionette e, trasmutando la propria voce, indaga quattro universi sonori completamente differenti, per intessere una narrazione grottesca, alla rovescia, evocata dalla potenza della lingua di Testori.
Una lingua spietata, provocatrice, assetata e affilata, proprio come i protagonisti di questa orrifica versione dell’Orestea.