Tipologia Evento Spettacoli e performance
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Spettacoli e performance
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Data dell'evento
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20 agosto
21 agosto
22 agosto
23 agosto
24 agosto
25 agosto
Luogo dell'evento
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Auditorium di Sant'Agostino
Belvedere “Monti Azzurri” (Terrazza Residenza Municipale)
Chiostro Sant'Agostino
Giardini "Giulietta Masina"
Giardini Chiesa SS Tommaso e Barnaba
Oratorio San Filippo Neri
Palestra Istituto Comprensivo "V. Tortoreto"
Piazza Alberico Gentili
agosto
20agosto21:30Pinocchio21:30 Chiostro Sant'AgostinoTipologia Evento:Spettacoli e performance
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Da Carlo Collodi Adattamento e Regia Maria Grazia Cipriani Scene e Costumi Graziano Gregori Con Giandomenico Cupaiuolo, Elsa Bossi, Giacomo Pecchia, Giacomo Vezzani, Nicolò Belliti, Carlo
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Da Carlo Collodi
Adattamento e Regia Maria Grazia Cipriani
Scene e Costumi Graziano Gregori
Con Giandomenico Cupaiuolo, Elsa Bossi, Giacomo Pecchia, Giacomo Vezzani, Nicolò Belliti, Carlo Gambaro, Ian Gualdani, Filippo Beltrami
Suoni Hubert Westkemper
Luci Angelo Linzalata
Foto di scena Filippo Brancoli Pantera
Produzione Teatro Del Carretto
Organizzazione MAT-Movimenti Artistici Trasversali
Note di regia
“…Ho pensato di fabbricarmi un bel burattino di legno…Il burattino deve ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali…”
Geppetto, misteriosamente custodendo nel suo corpo una scelta da adolescente, sogna di fabbricarsi un burattino meraviglioso e di girare con costui il mondo: viaggio da clown, da circo, avventuroso e illusionistico.
Pinocchio fa suo il sogno di Geppetto. Per realizzare quel sogno, egli dovrà toccare il fondo della sua sventura, fino a quando, trasformato in somaro, sarà Stella della danza nel circo del Paese dei Balocchi e rischierà di diventare una pelle di tamburo per la banda.
Pinocchio è già riconosciuto come fratello dalle marionette del Teatro di Mangiafuoco: il suo ingresso trionfale nel mondo di quelle Maschere immortali sembra un battesimo ufficiale.
Qui egli raggiunge il luogo che spiega e motiva la sua nascita.
Da quel progetto accarezzato dal genitore (ridotto a puro fantasma nel ventre della balena) …passando attraverso il Carrozzone di Mangiafuoco (Suoni festosi di grancassa…il giubilo del Gran Teatro, attori che sembrano marionette e marionette che sembrano attori…e la scena, straziante satira parodica della commedia popolare e del melodramma, in cui Pinocchio chiede a Mangiafuoco la grazia per “Arlecchino”…)
… o presso la casa della fata, creatura dominata dal terrore di essere abbandonata, perduta, e costretta a sua volta a rischiare di perdere, abbandonare…(ma anche quello della fata sembra essere un mondo teatrale con quei dottori e quei becchini grotteschi e surreali, con quel suo apparire e scomparire, resistendo sempre, di morte in vita, quella emblematica “massa” di capelli turchini)…
…a quella ribalta che è il circo dove Pinocchio-somaro è costretto ad esibirsi…
…l’approdo è in un finale con il palcoscenico ormai vuoto quando, uscito dal sogno “di legno”, Pinocchio vede il suo simulacro abbandonato come un costume di scena…
…Avventura onirica, notturna, di una notte definitiva, dove il giorno è solo recitato da sarcastici lampi temporaleschi…e il destino del grande burattino si rivela, letteralmente, teatrale.
Maria Grazia Cipriani
21agosto21:30Altri libertini21:30 Chiostro Sant'AgostinoTipologia Evento:Spettacoli e performance
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adattamento e regia Licia Lanera con Giandomenico Cupaiuolo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Roberto Magnani luci Martin Palma sound design Francesco Curci costumi Angela Tomasicchio aiuto regia Nina Martorana tecnici
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adattamento e regia Licia Lanera
con Giandomenico Cupaiuolo, Danilo Giuva, Licia Lanera, Roberto Magnani
luci Martin Palma
sound design Francesco Curci
costumi Angela Tomasicchio
aiuto regia Nina Martorana
tecnici di Compagnia Massimiliano Tane, Laura Bizzoca
“Sono un ribelle mamma” suonata dai Sunday Beens
produzione Compagnia Licia Lanera
coproduzione Albe/Ravenna Teatro
si ringrazia Compagnia La Luna nel Letto
Il testo “Altri Libertini” è edito da Feltrinelli
Dalla morte di Tondelli, Licia Lanera è la prima nel panorama teatrale italiano ad ottenere i diritti per la messa in scena. Lo spettacolo debutta il 15 ottobre 2024, in replica anche il 16 ottobre, al Teatro Vascello per Romaeuropa; un’importante prima tappa per il lavoro della Compagnia, a cui seguirà l’intensa tournée che toccherà numerose città e prevede palchi come il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Piccinni a Bari (città natale della Compagnia), l’Arena del Sole a Bologna, il teatro Rasi a Ravenna.
Pubblicata per la prima volta nel 1980 dalla casa editrice Feltrinelli, Altri Libertini è l’opera prima di Pier Vittorio Tondelli, esplosivo ritratto di una generazione di giovani squinternati, incompresi e rifiutati dal loro contesto sociale e politico alla fine degli anni ’70, che gli vale l’attenzione della critica e l’affetto dei suoi lettori più giovani. Poco dopo la sua pubblicazione, ad appena una ventina di giorni dalla comparsa nelle librerie, il testo fu sequestrato per oscenità e l’autore fu processato, in seguito assolto con formula ampia, dal Tribunale di Mondovì (Cuneo).
Dei sei racconti che compongono il romanzo ‒ «in modo che ciascuno di essi, pur costituendo una unità a sé, confluisca in un romanzo sostanzialmente unitario che è quello della mia terra e dei nostri miti generazionali » dice l’autore ‒ Lanera sceglie di lavorare su Viaggio, Altri libertini e Autobahn. I tre racconti si incastrano drammaturgicamente, creando un unico fil rouge per una messa in scena a quattro corpi e quattro voci: Giandomenico Cupaiuolo, Danilo Giuva, Roberto Magnani e la stessa Licia Lanera che, attraverso un attento e delicato adattamento drammaturgico, si fa portavoce di una generazione, la sua e quella di Tondelli: la generazione degli anni 80. Lanera vive i propri quarant’anni in un momento storico e politico di feroci cambiamenti e prende spunto dalla propria biografia e da quella dei suoi compagni di viaggio che, pur essendo continuamente sulla scena, combattono un’eterna lotta alla rappresentazione, cercando la propria verità nelle parole tondelliane e appropriandosene per portarla alla luce.
22agosto21:30Stuporosa21:30 Chiostro Sant'AgostinoTipologia Evento:Spettacoli e performance
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regia e coreografia Francesco Marilungo con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce, Martina Di Prato ( CAST A ROTAZIONE) musica
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regia e coreografia Francesco Marilungo
con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce, Martina Di Prato ( CAST A ROTAZIONE)
musica e vocal coaching Vera Di Lecce
spazio e luci Gianni Staropoli
costumi Lessico Familiare
foto e video Luca del Pia
produzione Körper | Centro Nazionale di Produzione della Danza
co-produzione Fabbrica Europa
con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia con il supporto di Short Theatre Festival, Fuori Programma Festival, Teatro Akropolis & Dracma Teatro – Progetto CURA, Did Studio, Base Milano, Qenhun
Così, apparentemente senza motivo, piangono le cinque performer di Stuporosa, dando vita a un pianto che assume varie sfumature, ora trattenuto, ora soffocato, ora si fa
musica, ora sfocia nella speranza, ora diviene canto ricalcando le sonorità di un antico lamento funebre salentino. I loro corpi si frammentano alla ricerca di forme arcaiche,
lontane, che si perdono e sciolgono all’istante. Queste forme sono le figure di pathos, immagini archetipiche del patire umano che si sono tramandate nel tempo attraverso
secoli e civiltà, immagini appartenenti a riti funebri passati ma che hanno valore universale perché da quando è stato creato, l’essere umano ha sofferto sempre allo
stesso modo. Le cinque performer cercano di recuperare un senso di collettività, una ritualità, di instaurare nuove forme di mutuo soccorso, sussurrando antiche formule
magiche, rievocando danze tradizionali, cantando una ninna nanna salentina.
In Stuporosa, come per certi versi avviene nel pianto rituale, si assiste a una stilizzazione del pathos, una sua de-isterizzazione; e la performance in sé vuole essere un invito a riflettere sullo stato di lutto, sulla necessità umana di un istituto culturale condiviso, di un rito comunitario, per superare momenti di crisi individuali.
23agosto21:30Radici21:30 Chiostro Sant'AgostinoTipologia Evento:Spettacoli e performance
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testo di Alba Maria Porto e Giulia Ottaviano regia di Alba Maria Porto con Mauro Bernardi, Giorgia Coco, Federica D'Angelo, Lydia Giordano, Adele Tirante light designer Davide Rigodanza sound
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testo di Alba Maria Porto e Giulia Ottaviano
regia di Alba Maria Porto
con Mauro Bernardi, Giorgia Coco, Federica D’Angelo, Lydia Giordano, Adele Tirante
light designer Davide Rigodanza
sound designer Paul Beauchamp
composizioni originali di Alberto Cipolla
tecnico luci Luca Guglielmetti
coproduzione con Teatro Libero di Palermo
In un quaderno sulla cui copertina campeggia la scritta “Coordinamento Femminista di Enna” sono racchiusi i verbali delle riunioni femministe avvenute in una piccola provincia dell’entroterra siciliano a partire dal 1975. La drammaturgia originale prende spunto da questo documento e narra due storie che procedono in parallelo: quella delle del Coordinamento Femminista di Enna e, ai giorni nostri, quella di un giovane uomo che scopre le proprie origini – fino ad allora tenutegli nascoste dalla famiglia – e parte alla ricerca della propria storia. Nel viaggio incontrerà una giovane donna con cui condividerà esperienze e riflessioni.
Radici riflette sul valore storico del movimento femminista in Italia e affronta il tema del rapporto genitori-figli e dell’eredità intergenerazionale.
24agosto21:30Wonder woman21:30 Chiostro Sant'AgostinoTipologia Evento:Spettacoli e performance
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di Antonio Latella e Federico Bellini regia Antonio Latella con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara, Beatrice Verzotti costumi Simona D’amico musiche e suono Franco Visioli movimenti
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di Antonio Latella e Federico Bellini
regia Antonio Latella
con Maria Chiara Arrighini, Giulia Heathfield Di Renzi, Chiara Ferrara, Beatrice Verzotti
costumi Simona D’amico
musiche e suono Franco Visioli
movimenti Francesco Manetti e Isacco Venturini
produzione TPE – Teatro Piemonte Europa
in collaborazione con Stabilemobile
Nel 2015, ad Ancona, una ragazza peruviana è con ogni probabilità vittima di uno stupro di gruppo; con una sentenza che suscitò molto scalpore, le giudici della Corte d’Appello chiamate ad emettere una sentenza sul fatto decisero di assolvere gli imputati con motivazioni quantomeno discutibili. Secondo le giudici, la ragazza risultava “troppo mascolina” per essere attraente e causa di violenza sessuale. La Corte di Cassazione, fortunatamente, ha ribaltato il giudizio condannando i ragazzi autori dello stupro; eppure rimane nella memoria il precedente indelebile di un giudizio emesso per ragioni che fanno riferimento all’estetica della vittima, in un singolare rovesciamento in cui pare che la vittima stessa sia in pratica l’imputato, come fosse colpevole del proprio aspetto.
Lo spettacolo si muove da questa vicenda ripercorrendone i contenuti essenziali e affidando a quattro giovani donne il racconto, immaginato e teatralizzato, del caso giudiziario; Vichingo, questo il soprannome con cui, nella realtà, era chiamata dai ragazzi la vittima, diviene qui una Wonder Woman contemporanea in lotta per ristabilire una verità che viene continuamente negata, dove ogni incontro, dai poliziotti di quartiere alle giudici stesse, finisce per rafforzare l’idea di una comunità in cui non c’è spazio né per la pietà né tantomeno per la giustizia stessa. Un flusso di parole senza interruzioni che corre, palpita e a volte quasi s’arresta come il cuore della ragazza, sottoposta a continui interrogatori, richieste, spiegazioni che la violenza subita non può rendere coerenti, logiche e senza contraddizioni. Eppure, come la Wonder Woman disegnata e creata da William Marston, l’eroina di questo racconto teatrale non si darà mai per vinta, forte della della propria volontà interiore, qui metaforicamente simboleggiata dal lazo della verità, l’arma che costringe chiunque ne venga avvolto a non mentire. Lo stesso Marston che, oltre ad aver creato il fumetto della super-eroina figlia delle Amazzoni, è conosciuto per aver brevettato la cosiddetta “macchina della verità”; lo sforzo di una vita tesa a individuare le storture della società cercando di risolvere, se non di rimuovere, quel confine spesso troppo arbitrario tra verità e menzogna.
Antonio Latella e Federico Bellini
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L’evento conclusivo del festival con la partecipazione degli amici e degli ospiti del Festival. In occasione dell’evento verrà consegnato il Premio San Ginesio “All’Arte dell’Attore”, punta
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L’evento conclusivo del festival con la partecipazione degli amici e degli ospiti del Festival. In occasione dell’evento verrà consegnato il Premio San Ginesio “All’Arte dell’Attore”, punta di diamante del progetto. Ogni anno, con il supporto della Direzione Artistica e della Direzione Generale, i componenti della Giuria individuano un attore e un’attrice che hanno onorato al meglio il mestiere dell’attore.
Giuria: Remo Girone (Presidente) – Rodolfo di Giammarco – Lucia Mascino – Francesca Merloni – Giampiero Solari
Presenta Christian La Rosa
Regia Leonardo Lidi
A SEGUIRE
Interpreti: Perturbazione
Tommaso Cerasuolo / voce
Cristiano Lo Mele / chitarre
Alex Baracco / basso
Rossano Lo Mele / batteria
Nel 2015, ad Ancona, una ragazza peruviana è con ogni probabilità vittima di uno stupro di gruppo; con una sentenza che suscitò molto scalpore, le giudici della Corte d’Appello chiamate ad emettere una sentenza sul fatto decisero di assolvere gli imputati con motivazioni quantomeno discutibili. Secondo le giudici, la ragazza risultava “troppo mascolina” per essere attraente e causa di violenza sessuale. La Corte di Cassazione, fortunatamente, ha ribaltato il giudizio condannando i ragazzi autori dello stupro; eppure rimane nella memoria il precedente indelebile di un giudizio emesso per ragioni che fanno riferimento all’estetica della vittima, in un singolare rovesciamento in cui pare che la vittima stessa sia in pratica l’imputato, come fosse colpevole del proprio aspetto.
Lo spettacolo si muove da questa vicenda ripercorrendone i contenuti essenziali e affidando a quattro giovani donne il racconto, immaginato e teatralizzato, del caso giudiziario; Vichingo, questo il soprannome con cui, nella realtà, era chiamata dai ragazzi la vittima, diviene qui una Wonder Woman contemporanea in lotta per ristabilire una verità che viene continuamente negata, dove ogni incontro, dai poliziotti di quartiere alle giudici stesse, finisce per rafforzare l’idea di una comunità in cui non c’è spazio né per la pietà né tantomeno per la giustizia stessa. Un flusso di parole senza interruzioni che corre, palpita e a volte quasi s’arresta come il cuore della ragazza, sottoposta a continui interrogatori, richieste, spiegazioni che la violenza subita non può rendere coerenti, logiche e senza contraddizioni. Eppure, come la Wonder Woman disegnata e creata da William Marston, l’eroina di questo racconto teatrale non si darà mai per vinta, forte della della propria volontà interiore, qui metaforicamente simboleggiata dal lazo della verità, l’arma che costringe chiunque ne venga avvolto a non mentire. Lo stesso Marston che, oltre ad aver creato il fumetto della super-eroina figlia delle Amazzoni, è conosciuto per aver brevettato la cosiddetta “macchina della verità”; lo sforzo di una vita tesa a individuare le storture della società cercando di risolvere, se non di rimuovere, quel confine spesso troppo arbitrario tra verità e menzogna.
Antonio Latella e Federico Bellini