Quinta Edizione - dal 18 al 25 Agosto 2024
- Direzione artistica: Leonardo Lidi
- Giuria: Remo Girone (Presidente) – Rodolfo di Giammarco – Lucia Mascino – Francesca Merloni – Giampiero Solari
I vincitori del Premio all'Arte dell'Attore 2024

Vanessa Scalera
Si diploma alla scuola teatrale “La Scaletta” e debutta a teatro con Jhonny Dorelli e poi con Massimo Dapporto.
La sua prima apparizione cinematografica è in “Mari del Sud” di Marcello Cesena (2000). Decisivo l’incontro con Marco Bellocchio che la dirige nei film “Vincere” (2008), “Bella Addormentata” (2012) e nel cortometraggio “Per una rosa”, e scrive lo spettacolo teatrale “Oreste” diretto da Filippo Gili.
In teatro collabora assiduamente con Filippo Gili e Francesco Frangipane, registi di “Prima di andar via”, “Dall’alto di una fredda torre”, “Sistema Cechov” e “La sorella migliore”.
Al cinema lavora anche con Nanni Moretti in “Mia madre” in cui interpreta il ruolo di Francesca. Nel 2015 è la protagonista del film “Lea” di Marco Tullio Giordana con cui riscuote grande successo e numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero. È diretta nuovamente da Marco Tullio Giordana nel film “Nome di donna” e da Guido Lombardi nel film “Il ladro di giorni”.
A teatro dal 2016 al 2018 è la coprotagonista di Silvio Orlando in “Lacci” scritta da Domenico Starnone. Nel 2019 porta in scena un altro testo di Starnone, “Autobiografia erotica”, con la regia di Andrea De Rosa.
Per la televisione è la protagonista della serie Rai, diretta da Francesco Amato, “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”, campione di ascolti che la rende nota al grande pubblico e con la quale vince il Premio Flaiano per la Miglior interpretazione femminile.
Nel 2020 arriva su Sky Atlantic nel ruolo di Rea Silvia in “Romulus”, monumentale serie diretta da Matteo Rovere, Michele Alhaique ed Enrico Maria Artale. Nel 2021 è tra gli interpreti di “Diabolik” diretto dai Manetti Bros. e del film “L’Arminuta” di Giuseppe Bonito, con cui ottiene la candidatura ai David di Donatello come Miglior attrice non protagonista e vince il Premio Nuovo Imaie ai Nastri d’Argento 2022.
Nel 2022 interpreta “Filumena Marturano”, diretta da Francesco Amato, per la quale vince il Nastro d’Argento Miglior film Tv 2023. Nello stesso anno recita in “Corro da te” commedia diretta da Riccardo Milani, “I viaggiatori” di Ludovico Di Martino e “Napoli Milionaria” diretta da Luca Miniero.
È la protagonista della serie “Qui non è Hollywood” diretta da Pippo Mezzapesa, del nuovo film di Francesco Frangipane “Dall’alto di una fredda torre” e tra gli interpreti di “Palazzina Laf” per la regia di Michele Riondino.

Giuseppe Battiston
Inizia la sua carriera come attore teatrale vincendo nel 1986 il Premio UBU per la rappresentazione “Petito Strenge”.
Subito dopo il suo debutto sul grande schermo in “Italia-Germania 4-3” (1990) di Andrea Barzini, viene notato da Silvio Soldini che lo inserirà in molte delle sue pellicole, fra cui “Pane e tulipani” (2000), “Agata e la tempesta” (2004), “Giorni e nuvole” (2007), “Il comandante e la cicogna” (2012). È tra gli interpreti del film di Roberto Benigni “La tigre e la neve” (2005) e del film di Peter Greenaway “Peopling in the Palaces at Venaria Reale” (2007). Fitta la collaborazione con Carlo Mazzacurati che lo dirige ne “La giusta distanza” (2007), “La passione” (2010) che gli vale il David di Donatello ed il Nastro d’Argento, nonché “La sedia della felicità” (2013) per cui è stato candidato come Miglior Attore non Protagonista ai David di Donatello.
Vincitore di due David di Donatello come miglior attore non protagonista per “Pane e tulipani” e “Non pensarci” (2007) per la regia di Gianni Zanasi; recita per Maurizio Zaccaro nella miniserie tv Rai “Al di là delle frontiere” (2004) e nel film tv RAI “Lo smemorato di Collegno” (2009). Entrato nel cast del telefilm “La famiglia in giallo” (2005) di Alberto Simone, lo ritroviamo ne “La notte breve” (2006), “In nome del figlio” (2008), “Non pensarci – La serie” (2009) di Pellegrini e Zanasi e “Tutti pazzi per amore” (2008-2010). Nel 2011 recita nel film di Giovanni Albanese “Senza arte né parte”, in “Io sono Li” di Andrea Segre, che gli vale un’ulteriore candidatura ai David, e in “Bar sport”.
Torna a lavorare per Andrea Segre nel film “La prima neve” e “L’ordine delle cose” ed è protagonista della commedia d’esordio del conterraneo Matteo Oleotti Zoran, “Il mio nipote scemo” (2012), con cui vince numerosi premi. Torna sul set con Zanasi nel film “La felicità è un sistema complesso” e “Troppa Grazia” presentato a Cannes nel 2018.
È stato tra i doppiatori del film d’animazione “Il Piccolo Principe” (2015).
Indimenticabile la sua interpretazione nel film evento del 2016 “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, seguita dall’esperienza di “Hotel Gagarin” di Simone Spada, girato in Armenia. Dal 2016 si apre il fronte internazionale: il film “Dopo la guerra” presentato al Festival di Cannes del 2017, la serie Sky “Trust” diretta da Danny Boyle, il film tedesco di Elisa Mishto “Stay still” (2018) e “Pinocchio” con Tom Hanks diretto da Robert Zemeckis e prodotto da Disney (2021). È il protagonista delle due stagioni della serie Rai diretta da Matteo Oleotto “Volevo fare la rockstar” nonché del film di Padoan “Il grande Passo” prodotto da Ipotesi Cinema con Rai, grazie al quale vince il premio come Miglior Attore al Festival di Torino 2019.
Quest’anno è il protagonista del film “Nelle migliori famiglie” diretto da Paolo Costella e de “Il corpo” di Vincenzo Alfieri nonché della serie televisiva “Stucky” per la Rai on air nel 2025. Nel 2021 debutta alla regia con “Due”, scritto insieme a Marco Pettenello, di cui è anche l’interprete principale.
A teatro lavora con numerosi registi, tra cui Andò, De Rosa, Gallione e Martone che lo dirige ne “La morte di Danton” in scena al Teatro Carignano di Torino e al Piccolo di Milano. La stagione 2019-2020 vede il successo del suo “Winston vs Churchill” e “Orson Welles’ Roast” che gli vale il Premio UBU quale miglior attore. Nel 2022, 2023 e 2024 è impegnato nel lavoro “La valigia”, tratto dall’opera di Sergej Dovlatov, adattata insieme a Paolo Rota e regia Paola Rota.
Le attività dell'edizione 2024
La collaborazione con le Scuole d'Attore del Teatro Stabile di Torino e del Piccolo di Milano
Al laboratorio hanno preso parte studenti della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino – già ospiti del festival nelle ultime due edizioni – e studenti della Scuola per Attori del Piccolo di Milano.
Laboratori Intensivi per ragazze e ragazzi 7-12 e 13-19 anni
A cura di Stefania Pietrani e Lisa Bencivenni
Bambini dai 7 ai 12 anni
Ogni giorno i bambini e le bambine entreranno in contatto con diversi modi di fare teatro, partendo proprio da come costruirsi il proprio teatrino portatile. La costruzione di scenari diversi e i micro personaggi che li abitano saranno l’occasione per inventare storie e parlare di sé, con una tecnica mista che comprende: scrittura creativa, teatro dell’oggetto, kamishibai, lambe lambe e una restituzione finale in formato Juke box stories, storie per un ascoltatore alla volta.
RELAZIONI
A cura di Davide Calvaresi, Compagnia 7-8 chili
Ragazzi dai 13 ai 19 anni
Il laboratorio offre agli adolescenti l’opportunità di esplorare e comprendere meglio il tema della solitudine attraverso l’arte del teatro e della tecnologia. Cinque giorni di lavoro in cui si propone uno spazio sicuro e creativo dove gli adolescenti possano esprimere le proprie esperienze e sentimenti legati alla solitudine, esplorando le emozioni connesse ad essa e scoprendo nuovi modi per affrontarla, goderne o superarla.
L'Arte al Ginesio Fest 2024

MARCELLO NORBERTH
San Ginesio, ormai riconosciuto come il “Borgo degli Attori”, ha voluto rendere omaggio al grande fotografo Marcello Norberth, nato a San Ginesio il 16 gennaio 1937, scomparso il 5 marzo 2024.
Il sodalizio più celebre e durevole di Norberth fu quello con Luca Ronconi, ma numerosissime anche le collaborazioni con altri illustri registi tra cui Eduardo De Filippo, Squarzina, Castri, Orazio Costa, Peter Stein, Missiroli, Cobelli, i Magazzini e molti altri. Norberth, oltre ad avere dedicato parte del suo lavoro alla fotografia di scena, si cimentò nell’immortalare attraverso i suoi ritratti i più importanti attori; De Filippo, Lollobrigida, Gassman, Lisi, Accorsi, Benigni e molti altri hanno voluto che il suo sguardo si posasse su di loro e li immortalasse in istanti di grande unicità.
La mostra è stata curata dal figlio del fotografo, Luca Manfrini, che ha raccontato così il “ritorno” di suo padre a San Ginesio: “Marcello Norberth torna nella sua terra, simbolicamente attraverso le sue fotografie. Un ritorno – o meglio un incontro – con la sua regione e luoghi di origine, un territorio che non ha mai scordato ma che per lui è stato fonte di continua ispirazione ed orgoglio”.