Data dell'evento 22 agosto
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Luogo dell'evento
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Auditorium di Sant'Agostino
Belvedere “Monti Azzurri” (Terrazza Residenza Municipale)
Chiostro Sant'Agostino
Giardini "Giulietta Masina"
Giardini Chiesa SS Tommaso e Barnaba
Libreria "Tra le righe"
Oratorio San Filippo Neri
Palestra I.I.O. "A. Gentili - V. Tortoreto"
Piazza Alberico Gentili
Residenza Municipale - Comune di San Ginesio
agosto
22agosto21:30Stuporosa21:30 Chiostro Sant'AgostinoTipologia Evento:Spettacoli e performance
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regia e coreografia Francesco Marilungo con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce, Martina Di Prato ( CAST A ROTAZIONE) musica
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regia e coreografia Francesco Marilungo
con Alice Raffaelli, Barbara Novati, Roberta Racis, Francesca Linnea Ugolini, Vera Di Lecce, Martina Di Prato ( CAST A ROTAZIONE)
musica e vocal coaching Vera Di Lecce
spazio e luci Gianni Staropoli
costumi Lessico Familiare
foto e video Luca del Pia
produzione Körper | Centro Nazionale di Produzione della Danza
co-produzione Fabbrica Europa
con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia con il supporto di Short Theatre Festival, Fuori Programma Festival, Teatro Akropolis & Dracma Teatro – Progetto CURA, Did Studio, Base Milano, Qenhun
Così, apparentemente senza motivo, piangono le cinque performer di Stuporosa, dando vita a un pianto che assume varie sfumature, ora trattenuto, ora soffocato, ora si fa
musica, ora sfocia nella speranza, ora diviene canto ricalcando le sonorità di un antico lamento funebre salentino. I loro corpi si frammentano alla ricerca di forme arcaiche,
lontane, che si perdono e sciolgono all’istante. Queste forme sono le figure di pathos, immagini archetipiche del patire umano che si sono tramandate nel tempo attraverso
secoli e civiltà, immagini appartenenti a riti funebri passati ma che hanno valore universale perché da quando è stato creato, l’essere umano ha sofferto sempre allo
stesso modo. Le cinque performer cercano di recuperare un senso di collettività, una ritualità, di instaurare nuove forme di mutuo soccorso, sussurrando antiche formule
magiche, rievocando danze tradizionali, cantando una ninna nanna salentina.
In Stuporosa, come per certi versi avviene nel pianto rituale, si assiste a una stilizzazione del pathos, una sua de-isterizzazione; e la performance in sé vuole essere un invito a riflettere sullo stato di lutto, sulla necessità umana di un istituto culturale condiviso, di un rito comunitario, per superare momenti di crisi individuali.